Escursioni: Terra Murata
Il centro abitativo più antico dell'Isola di Procida situato nel punto più alto del promontorio, ad un'altezza di 90 metri, prende il nome di TERRA MURATA, che significa "terra cinta di mura", costruita a mero scopo difensivo dagli isolani, durante secoli di invasioni, da quelle barbariche del primo medioevo fino ai saccheggi saraceni del ‘600. Il borgo protetto sia da pareti rocciose di tufo a picco sul mare, che da possenti mura fortificate realizzate nel XVI secolo per volere dell'abbate commendatario Innico d'Avalos d'Aragona, è stato esso stesso costruito secondo uno schema inattaccabile, infatti le abitazioni sono addossate le une alle altre senza alcuna apertura verso l’esterno.
La Terra Murata accessibile dalle antiche porte d'accesso al centro abitato, quali Porta di Ferro e Porta di Mezz'Omo, si presenta tutt'ora nella sua veste medioevale, contraddistinta da strade, viottoli, tipiche abitazioni dai colori pastello, e soprattuto edifici e chiese di notevole valore storico-architettonico. Il patrimonio artistico di Terra Murata annovera nella sua lista le seguenti opere: il Castello d’Avalos costruito nel Cinquecento con funzione di difesa per volere del Cardinale Innico d’Avalos d’Aragona, feudatario dell’isola sino al Settecento nonché Abate Commendatario dell’Abbazia di San Michele Arcangelo, trasformato dapprima in un luogo adibito all'arte venatoria, per volere di Carlo III di Borbone, dopodichè in un Collegio Militare e poi Bagno Penale fino al 1988, anno della sua chiusura; il Palazzo gentilizio della famiglia patrizia De Iorio, costruito secondo lo schema delle fortificazioni; l‘Abbazia di San Michele Arcangelo nelle forme attuali dopo un lungo lavoro di ricostruzione eseguito nel Cinquecento sulle fondamenta dell'antico monastero benedettino risalente all'XI secolo, è accessibile dalla Porta del Carmine così chiamata per la presenza di un affresco raffigurante la Madonna del Carmine, o dalla facciata realizzata durante il dominio del Cardinale d'Avolos. L'interno dell'abbazia coperto da uno splendido soffitto a cassettoni in legno dorato ed oro zecchino con al centro il dipinto di “San Michele che sconfigge Satana”, custodisce un organo di straordinaria bellezza alle spalle dell'altare maggiore, quattro dipinti realizzati dal pittore napoletano Nicola Russo, la statua in argento raffigurante San Michele Arcangelo, una pavimentazione in cotto napoletano e maioliche risalente al XVII secolo dove si aprono lastre tombali che consentono l’accesso ai sotterranei, un tempo cimitero dell’isola. Il percorso nei sotterranei è articolato su tre livelli trasfromati in un vero e proprio complesso museale con ossario ed una biblioteca dotata di 8.000 libri e manoscritti antichi; il Casale Vascello, ampia corte risalente al Cinquecento dov'è possibile ammirare la tipica architettura di Procida contraddistinta da logge, scale esterne ed arcate; il Monastero di Santa Margherita Nuova con ingresso preceduto da due cannoni a lunga gittata posti dalla Marina Francese, che sosteneva la Repubblica Napoletana del 1799 contro le forze anglo-borboniche; e Piazza delle Armi. La caratteristica conformazione del borgo di Terra Murata è visibile anche dal mare nel tratto che segue il porto di Marina Grande dove si apre dapprima una piccola spiaggetta e poi una misteriosa grotta nota come Grotta del Bue Marino che una leggenda di pescatori vuole abitata da una strana creatura marina Terra Murata è raggiungibile a piedi, in autobus (Linea C2) con partenza dalla Marina Grande, in Taxi e Microtaxi.
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